RITA HAYWORTH. Cinema, danza, passione
RITA HAYWORTH. Cinema, danza, passione
La dea dell’amore, l’atomica, Gilda. Il sogno proibito di molti, la risposta vitale alla seconda guerra mondiale. Rita Hayworth è forse la bellezza dello star-system hollywoodiano che più ha fatto epoca e clamore. Una sterminata filmografia, più di sessanta titoli, anche se pochi sono quelli folgoranti, "Sangue e arena", "La signora di Shanghai", "Gilda". Cinque mariti, tra cui il genio Orson Welles e l’“imam” Ali Khan, e molti grandi partner sul set, da James Cagney a Fred Astaire e Gene Kelly, da Tyrone Power a Frank Sinatra, da Robert Mitchum al compagno di molti film e amico Glenn Ford. Un mito costruito dalla Mecca del Cinema di quegli anni per mano di sapienti produttori – come l’amico/nemico Harry Cohn della Columbia Pictures – e di abili registi: Charles Vidor, Rouben Mamoulian, Howard Hawks, William Dieterle, Henry Hathaway, Raul Walsh e, ovviamente, Welles. Ma una vita disgraziata, disperata. Dopo un duro e lungo lavoro per raggiungere il successo, prima come ballerina, negli spettacoli e nella scuola di flamenco della sua famiglia, i Dancing Cansinos, e poi come attrice. Una diva che non ha mai ottenuto quello che ha sempre desiderato e inseguito più di ogni altra cosa: la felicità familiare.
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