La Casa del Cinema, in collaborazione con edizioni Artdigiland e AIC-Associazione Italiana Cinematografia, presenta un incontro con Giuseppe Lanci in occasione della pubblicazione del volume La luce come emozione. Conversazione con Giuseppe Lanci. Il libro, pubblicato nell’ambito della collana dedicata all’arte della luce nel cinema e nel teatro, è curato da Monica Pollini e realizzato con il patrocinio dell’AIC, la prefazione è di Laura Delli Colli. L’incontro, in programma alle 17.30, sarà moderato da Claver Salizzato, critico cinematografico, sceneggiatore e regista, interverranno la curatrice Monica Pollini, l’editrice Silvia Tarquini. Prima dell’incontro, alle 16.00, proiezione di Aprile di Nanni Moretti, fotografia di Giuseppe Lanci.
La luce come emozione accompagna il lettore in una narrazione che attraversa, nel vivo del set, oltre cinquant’anni del migliore cinema italiano, e non solo. Dalla formazione al Centro Sperimentale di Cinematografia all’esperienza da operatore di macchina al fianco di Tonino Delli Colli e Franco Di Giacomo, dalle incertezze degli esordi all’immersione nella dimensione unica del cinema di Andrej Tarkovskij per Nostalghia, dai sodalizi artistici con Marco Bellocchio, Paolo e Vittorio Taviani, Nanni Moretti agli incontri con Bolognini, Magni, Wertmüller, Von Trotta, Cavani, Del Monte, Greco, Piscicelli, Archibugi, Luchetti, Benigni, Franchi… L’arte e il mestiere del creare la luce e l’impatto visivo del film sono resi con dovizia di particolari tecnici ma sempre nell’ambito di un approccio umanistico, e in un insieme di riflessioni che vanno dai condizionamenti produttivi alle relazioni con gli altri reparti del set e gli attori, fino al tema della “carriera” in generale. L’intervista si sofferma poi sull’ultima passione di Lanci, quella per l’insegnamento e per lo scambio con i giovani, passione che lo riporta, da docente e coordinatore didattico, al Centro Sperimentale dei suoi inizi. Foto di scena e di set illustrano questo percorso magistrale e testimonianze di registi e colleghi fanno da contrappunto alla narrazione di uno dei maggiori direttori della fotografia italiani.