Anche in Italia finalmente qualcosa si muove sul fronte delle piattaforme digitali per il cinema indipendente. Mentre Adriano Aprà annuncia, nel convegno Fuorinorma del 14 dicembre 2019, uno sbocco digitale per la sua selezione di opere neosperimentali, è già in azione la piattaforma Indiecinema.it. Abbiamo incontrato il fondatore Fabio Del Greco per conoscere le caratteristiche di questo nuovo soggetto distributivo.
Artdigiland is partner of the Adriano Apra' project Fuorinorma
Read the Apra' presentation, from the site: www.fuorinorma.it
The neo-experimental way of Italian cinema
by Adriano Aprà
Upstream.
There was Roberto Rossellini. There was (overground) Michelangelo Antonioni. There was Federico Fellini (but not always to my taste). There were, in the '60s and later, Pier Paolo Pasolini (including documentaries), Marco Bellocchio (including documentaries), Ermanno Olmi (including documentaries), Bernardo Bertolucci, Marco Ferreri, Vittorio De Seta (including documentaries). And there was a very marginalized – but today re-evaluated – Italian underground (Piero Bargellini, Alberto Grifi, Tonino De Bernardi, Alfredo Leonardi, Massimo Bacigalupo, Adamo Vergine, Guido Lombardi-Anna Lajolo, Paolo Brunatto, Gianfranco Brebbia), even with a few stars who did not consider themselves underground: Carmelo Bene (from theater), and Mario Schifano (from visual arts).
Then came the crisis of the mid-70s. The older managed to keep going but the younger felt orphans, without fathers or culture medium. Meteors. The attempt to make new films, new forms, collides with production and distribution hostile conditions. However, something has emerged, although still marginal. And then there was the presence in Italy of Danièle Huillet and Jean-Marie Straub.
In the 80s, the situation has not changed.
The 90s have seen revivals, but always localized at the margins. Compared to the dominant attempt to return to a traditional narrative cinema, some adventurers try to propose a new way of making films, uprooted from the past.
Kiarostami, un videoartista. Luca Bigazzi racconta Abbas Kiarostami
In omaggio a uno dei giganti del cinema appena scomparso, pubblichiamo il capitolo dedicato a lui del volume intervista La luce necessaria, a cura di Alberto Spadafora (I ed. 2012, II ed. 2014)
Nel 2010 sei stato chiamato da Abbas Kiarostami. Un punto di arrivo?
Definitivo. Da quel giorno ho pensato: “Va bene, è fatta, quello che dovevo fare l’ho fatto”. Abbas è stato uno dei registi che più ho amato nella vita. Sono sempre stato al di qua di ogni riflessione critica di fronte a ogni suo film. Ho adorato i film di Abbas fin da giovane: la sua filmografia così spiazzante, fatta di titoli apparentemente così diversi tra loro, dal realismo alla videoarte, dall’intellettualismo all’umanesimo, fino al romanticismo. Lavorare con Kiarostami è stato il punto di arrivo della mia carriera, se non della mia vita. Con lui ho avuto una sensazione che mi era capitata con Gianni Amelio: in entrambe le occasioni mi sono chiesto se me lo meritassi. Essendo un cinefilo, non riesco mai a lasciare da parte l’emozione di lavorare nel mondo che amo, quello del cinema, e quando entro in contatto con persone come Amelio e Kiarostami provo l’imbarazzo di non meritarlo, ma al tempo stesso mi esplode il cuore.
Artdigiland al Bergamo Film Meeting
Presentazione del volume L’avventura di uno spettatore. Italo Calvino e il cinema. Con Nuccio Lodato e Marcello Seregni
Modera Lorenzo Rossi (Cineforum web)
9 marzo 2016 ore 18.00
Spazio Incontri / Bookshop piazza della Libertà Bergamo
Artdigiland collabora con il Bergamo Film Meeting (5-13 marzo 2016) e presenta il volume di Lorenzo Pellizzari L’avventura di uno spettatore. Italo Calvino e il cinema, nella nuova edizione ampliata realizzata per il trentennale dello scrittore. Presentano il libro Nuccio Lodato (Università di Padova) e Marcello Seregni (Artdigiland). In occasione del festival, ed entro le sue date, Artdigiland offre in omaggio ai nuovi iscritti alla newsletter (http://www.artdigiland.com/newsl) l’ebook La luce necessaria. Conversazione con Luca Bigazzi, a cura di Alberto Spadafora (l’ebook è diponibile per il download alla fine del processo di iscrizione). Sempre in occasione della partnership con il Bergamo Film Meeting, Artdigiland offre a 4 euro, invece che 5.90, l’ebook Il calendario del cinema di Lorenzo Pellizzari (disponibile su amazon.com). Queste offerte sono valide anche per tutti i nostri contatti e i loro amici! Passa parola!
Intervista con l'Experimental Film Society (seconda parte)
In collaborazione con Federica Iodice
Traduzione dall'inglese di Silvia Tarquini
E' disponibile sul blog la versione originale in inglese dell'intervista: http://j.mp/EFS_part_two
Questa intervista e' parte di un progetto Artdigiland supportato dall'Accademia di Belle Arti di Napoli
L'Experimental Film Society è un collettivo indipendente di cinema sperimentale, fondato nel 2000 dal regista iraniano Rouzbeh Rashidi e con sede a Dublino. EFS è un progetto che unisce diversi filmmaker da tutto il mondo, legati dalla comune ricerca di un cinema "altro". www.experimentalfilmsociety.com
Alberto Moravia in Il disprezzo scrive: «la maniera meccanica e abitudinaria con la quale si fabbrica la sceneggiatura rassomiglia forte a una specie di stupro dell'ingegno»... Voi che rapporto avete con la scrittura?
Le Cain: Noi abbiamo un’avversione a lavorare in questo modo: avere un progetto e andare ad illustrarlo. Questo per cercare di impiegare tutte le varie tecniche e possibilità, non solo riguardo ad attrezzature e situazioni, ma anche riguardo a ciò che si incontra strada facendo: che cosa sta succedendo in un giorno particolare, che luce c’è, gli incidenti, l’ispirazione che viene da un luogo... Siamo interessati a tutte queste cose, a quanto possano essere potenti in se stesse. A osservare come possiamo dare a queste cose lo spazio per svilupparsi in un film. Quindi, l'idea di partire e dire che abbiamo bisogno di X, Y e Z in questa scena, oppure che per farla abbiamo bisogno di questa e quest’altra ripresa... Non è il modo in cui lavoriamo. Ma, tanto per fare un esempio, uno come Claude Chabrol, che ammiriamo molto, lavorerebbe nel modo esattamente opposto. Per lui, scrivere la sceneggiatura era un processo molto difficile, angoscioso, sofferto. Poi, quando andava sul set, si divertiva e in alcune interviste ha detto che quasi non gli importava quale take di una scena usare. Quindi, quando la sceneggiatura era finita, quando il lavoro duro era fatto, cominciava e lo illustrava con grande abilità.
C’è un altro aspetto… Nell’industria cinematografica la sceneggiatura viene spesso usata come uno strumento di controllo sul film. Una sorta di contratto, un qualcosa che tutela tutt’altro che il controllo del film da parte del regista. Suppongo che noi non potremmo funzionare molto bene in una situazione come questa.
Federico Francioni attraversa l'Europa per intervistare Eugene Green
Intervista a Federico Francioni; a cura di: Gian Tapinassi, Artdigiland; editing: Letizia Rossi; l’intervista è stata realizzata in chat testuale il 13 maggio 2014
Pubblichiamo un'intervista a Federico Francioni, giovanissimo regista allievo del Centro Sperimentale di Cinematografia dell'Aquila, insieme al quale abbiamo appena deciso di sviluppare una produzione editoriale, multimediale e multilingua. Questa produzione Artdigiland inaugura il CONTENT LAB Artdigiland.