George A. Romero

Tanto tempo fa in una sala di montaggio. Conversazione con il premio Oscar Paul Hirsch

Tanto tempo fa in una sala di montaggio. Conversazione con il premio Oscar Paul Hirsch

Paul Hirsch è un montatore americano, ha collaborato con registi come Brian De Palma, George Lucas, Herbert Ross, Joel Schumacher, George A. Romero, Taylor Hackford. Si è aggiudicato un premio Oscar per il suo lavoro nel primo episodio originale della saga Star Wars (George Lucas, 1977). Con De Palma Hirsch ha preso parte a undici film: Hi, Mom!, Le due sorelle, Il fantasma del palcoscenico, Carrie-Lo sguardo di Satana, Obsession-Complesso di colpa, Fury, Home Movies-Vizietti familiari, Blow Out, Doppia personalità, Mission: Impossible, Mission to Mars. Ha raccolto gli aneddoti della sua carriera nel libro di memorie intitolato A Long Time Ago in a Cutting Room Far, Far Away (Chicago Review Press, 2019).

A Long Time Ago in a Cutting Room. Conversation with Paul Hirsch

A Long Time Ago in a Cutting Room. Conversation with Paul Hirsch

Paul Hirsch is an American film editor, has collaborated with directors like Brian De Palma, George Lucas, Herbert Ross, Joel Schumacher, George A. Romero, Taylor Hackford. He won an Academy Award for his work on the original Star Wars (George Lucas, 1977). With De Palma Hirsch worked on eleven films: Hi, Mom!, Sisters, Phantom of the Paradise, Carrie, Obsession, The Fury, Home Movies, Blow Out, Raising Cain, Mission: Impossible, Mission to Mars. He has collected anecdotes of his career in the memoir titled A Long Time Ago in a Cutting Room Far, Far Away (Chicago Review Press, 2019).

Umanità come presenza. L'immaginario post-apocalittico

Umanità come presenza. L'immaginario post-apocalittico

Dopo il primo articolo Apocalissi culturali e apocalissi psicopatologiche. L’escatologia di Roland Emmerich, prosegue la serie di Ludovico Cantisani sul tema dell’Apocalisse nel cinema contemporaneo. L'analisi prende spunto da La fine del mondo di Ernesto De Martino e dalla differenza da lui posta tra apocalissi culturali e apocalissi psicopatologiche.


L’
esserci come esser-nel-mondo rimanda alla vera condizione trascendentale del doverci essere. L’uomo è sempre dentro l’esigenza del trascendere, e nei modi distinti di questo trascendere l’esistenza umana si costituisce e si trova come presenza al mondo, esperisce situazioni e compiti, fonda l’ordine culturale, ne partecipa e lo modifica. Linguaggio, vita politica, vita morale, arte e scienza, filosofia, simbolismo mitico-rituale procedono da questo ethos: l'antropologia non è che la presa di coscienza sistematica di questo ethos, la determinazione dei distinti modi del suo manifestarsi storico.

Ernesto De Martino, La fine del mondo, cap. 2