Intervista con Bruce Nicholson (VES AMPAS), tra i più importanti artisti degli effetti speciali del cinema americano. Nato e cresciuto a Los Angeles, Nicholson ha vinto due premi Oscar: per L’impero colpisce ancora (1980) e I predatori dell’arca perduta (1981).
The special effects world. Conversation with Academy Award winner Bruce Nicholson
Arte, magia e cinematografia. Conversazione con il premio Oscar Scott Farrar, mago degli effetti speciali
Scott Farrar è tra i più importanti supervisori di effetti speciali del cinema americano. È stato nominato al Premio Oscar per sei volte, trionfando per Cocoon (1985) diretto da Ron Howard. Nella sua filmografia trovano posto film come Star Trek: The motion picture, la trilogia di Ritorno al futuro, Chi ha incastrato Roger Rabbit, Jurassic Park, Star Wars: Episodio I - La minaccia fantasma, Deep Impact, A.I. Artificial Intelligence, Minority Report, Le cronache di Narnia - Il leone, la strega e l'armadio e la serie Transformers. È membro VES, ASC, DGA, AMPAS.
Art, Magic and Cinematography. Conversation with the Visual Effects Magician and Oscar Winner Scott Farrar
Scott Farrar is among the most important visual effects supervisors of American cinema. He has been nominated for an Academy Award six times, winning once for Cocoon (1985) directed by Ron Howard. In its incredible filmography, films such as Star Trek: The motion picture, Back to the Future trilogy, Who Framed Roger Rabbit, Jurassic Park, Star Wars: Episode I - The Phantom Menace, Deep Impact, A.I. Artificial Intelligence, Minority Report, The Chronicles of Narnia: The Lion, the Witch and the Wardrobe and the Transformers film series. He is a member of VES, ASC, DGA, AMPAS.
La carriera di un cinematographer. Conversazione con Hiro Narita
Hiro Narita è un cinematographer, membro della American Society of Cinematographers (ASC) e dell'Academy of Motion Pictures and Sciences. Nasce il 26 giugno 1941 a Seoul (Corea del Sud) da genitori giapponesi. Nel 1945 lui e la sua famiglia si trasferirono a Nara, in Giappone, e successivamente a Tokyo. Dopo la morte prematura di suo padre e il nuovo matrimonio di sua madre con un giapponese americano, emigra a Honolulu, Hawaii, nel 1957, dove si diploma alla Kaimuki High School. Frequenta il San Francisco Art Institute dove riceve un BFA in Graphic Design nel 1964. Ottiene rapidamente una buona posizione presso un'importante azienda di design locale, ma dopo appena sei mesi viene arruolato nell'esercito degli Stati Uniti. Per due anni lavora come designer e fotografo al Pentagono. Quando si congeda dall'esercito degli Stati Uniti, John Korty, regista di The Autobiography of Miss Jane Pittman e del documentario Who Are the DeBolts? And Where Did They Get Nineteen Kids? (Premio Oscar per il miglior documentario) lo prende sotto la sua ala protettrice. Con Korty, per più di tre anni, collabora come assistente cameraman, gaffer, proiezionista, disegnatore di poster cinematografici, e altro. Dopo l’esperienza come operatore di ripresa aggiuntivo in Zabriskie Point (1970) di Antonioni, John Korty gli regala il primo film della sua carriera, un film tv intitolato Farewell to Manzanar (1976), per il quale riceve una nomination agli Emmy Award. Narita ha quindi lavorato in diverse mansioni in film come: The Last Waltz, More American Graffiti, Never Cry Wolf (per questo film vince il Boston Society of Film Critics Award e il National Society of Film Critics Award), Return of the Jedi, Indiana Jones and the Temple di Doom, Always, Honey, I Shrunk the Kids, Star Trek VI: The Undiscovered Country, Dirty Pictures, The Rocketeer, Hocus Pocus, The Time Machine, The Arrival.
A Cinematographer Career: Conversation with Hiro Narita, ASC
Hiro Narita is a cinematographer, member of the American Society of Cinematographers (ASC) and Academy of Motion Pictures and Sciences. He was born on June 26 1941, in Seoul (South Korea) to Japanese parents. In 1945, he and his family moved to Nara, Japan, and later to Tokyo. Following his father's early death and his mother's remarriage to a Japanese American, the family emigrated in 1957 to Honolulu, Hawaii, where he graduated from Kaimuki High School. He went on to the San Francisco Art Institute where he received a BFA in Graphic Design in 1964. He soon landed a good position at a prominent local design firm, but the job lasted barely six months before he was drafted into the U.S. Army. For two years, he served as a designer and photographer at the Pentagon. When he was discharged from the U.S. Army, John Korty, director of The Autobiography of Miss Jane Pittman and the documentary Who Are the De Bolts? And Where Did They Get Nineteen Kids? (Academy Award for Best Documentary Feature) took him under his wing. With Korty, for more than three years, he collaborated as an assistant cameraman, gaffer, projectionist, film-poster designer, etc. After his experience as additional camera operator on Antonioni's Zabriskie Point (1970), John Korty gave him his first substantial film, a TV movie called Farewell to Manzanar (1976) for which he received an Emmy Award nomination. Then Narita worked in movies: The Last Waltz, More American Graffiti, Never Cry Wolf (for this movie he won the Boston Society of Film Critics Award and the National Society of Film Critics Award), Return of the Jedi, Indiana Jones and the Temple of Doom, Always, Honey, I Shrunk the Kids, Star Trek VI: The Undiscovered Country, Dirty Pictures, The Rocketeer, Hocus Pocus, The Time Machine, The Arrival.
Umanità come presenza. L'immaginario post-apocalittico
Dopo il primo articolo Apocalissi culturali e apocalissi psicopatologiche. L’escatologia di Roland Emmerich, prosegue la serie di Ludovico Cantisani sul tema dell’Apocalisse nel cinema contemporaneo. L'analisi prende spunto da La fine del mondo di Ernesto De Martino e dalla differenza da lui posta tra apocalissi culturali e apocalissi psicopatologiche.
L’esserci come esser-nel-mondo rimanda alla vera condizione trascendentale del doverci essere. L’uomo è sempre dentro l’esigenza del trascendere, e nei modi distinti di questo trascendere l’esistenza umana si costituisce e si trova come presenza al mondo, esperisce situazioni e compiti, fonda l’ordine culturale, ne partecipa e lo modifica. Linguaggio, vita politica, vita morale, arte e scienza, filosofia, simbolismo mitico-rituale procedono da questo ethos: l'antropologia non è che la presa di coscienza sistematica di questo ethos, la determinazione dei distinti modi del suo manifestarsi storico.
Ernesto De Martino, La fine del mondo, cap. 2