Matteo Cocco, classe 1985, è uno dei direttori della fotografia più interessanti della nuova generazione. Cresciuto professionalmente in Germania, dopo aver curato la fotografia di diversi film tedeschi ha girato l’acclamato Per amor vostro di Giuseppe Gaudino, a cui segue Pericle il nero. Entrambi i film sono candidati al Nastro d’Argento per la migliore fotografia e vincono l’Esposimetro d’Oro, il premio per la miglior fotografia intitolato a Gianni di Venanzo. Seguono Il colore nascosto delle cose di Silvio Soldini e Sulla mia pelle, il film sulla morte di Stefano Cucchi distribuito da Netflix. Il suo film più recente è Volevo nascondermi, il film di Giorgio Diritti con cui Elio Germano ha vinto l’Orso d’argento al Festival di Berlino per la sua interpretazione del pittore Antonio Ligabue e che ha fruttato a Cocco un Globo d’Oro.
Uno sguardo dolce su un mondo atroce. Conversazione con Paolo Carnera sulla fotografia di Favolacce
Paolo Carnera (Venezia, 1957), dopo essersi diplomato nel 1982 al Centro Sperimentale di Cinematografia, tra la fine degli anni ’80 e i primi anni Duemila gira alcuni dei primi film di registi quali Paolo Virzì, Francesca Archibugi, Edoardo Winspeare e Sergio Rubini. Fra il 2008 e il 2010 cura la fotografia della serie televisiva di Romanzo criminale, diretta da Stefano Sollima, con cui gira anche il lungometraggio ACAB - All Cops Are Bastards del 2012, che gli vale la sua prima candidatura ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento. Continuando ad alternare cinema e televisione negli anni seguenti Carnera è dietro la macchina da presa delle serie Gomorra e ZeroZeroZero, tratte dalle opere di Saviano, e del film Suburra sempre di Sollima, per il quale riceve una seconda nomination ai David. Nel 2018 firma la fotografia de La terra dell’abbastanza, film d’esordio di Damiano e Fabio D’Innocenzo; due anni dopo il suo lavoro per Favolacce, secondo film dei due fratelli, gli frutta un grande successo di critica e la vittoria del suo primo Nastro d’Argento.
Con il digitale, alla ricerca della verità della pellicola. Conversazione con Vladan Radovic
In occasione dell’uscita del volume Il traditore, raccontato dall’autore della fotografia Vladan Radovic, pubblichiamo qui un’intervista più breve e generale sul percorso di Radovic. Nato a Sarajevo, esordisce come autore della fotografia nei primi anni Duemila, distinguendosi presto come uno degli artisti della luce più capaci e versatili della sua generazione. Tre volte candidato ai Nastri d’argento, nel 2015 ha vinto il David di Donatello per la fotografia di Anime nere, ricevendo una seconda candidatura nel 2017 per La pazza gioia. Nel 2019 Il traditore vede la collaborazione con Marco Bellocchio, che gli frutta diversi nuovi premi e candidature, tra le quali la candidatura al David di Donatello per la Migliore fotografia.
Armando Nannuzzi, la reinvenzione del bianco e nero. Conversazione con Daniele Nannuzzi
Il 14 maggio di diciannove anni fa ci lasciava Armando Nannuzzi (AIC), tra gli autori della cinematografia italiani più noti e talentuosi, vincitore di ben cinque Nastri d’argento. Gli rendiamo omaggio con il figlio d’arte Daniele, anche lui cinematographer e Premio David di Donatello per il film El Alamein - La linea del fuoco di Enzo Monteleone, nonché attuale Presidente dell’AIC (Autori Italiani della Cinematografia). In una conversazione che vuole essere anche una sorta di viaggio nell’età d’oro del cinema italiano.
Carlo Di Palma, lighting Woody Allen. Storia di un sodalizio artistico e di un'amicizia
Pasqualino De Santis: la lezione di Di Venanzo portata nel colore
Una questione di luce. Ricordando Alfio Contini
Ci ha lasciato Alfio Contini, tra i maggiori autori della cinematografia del nostro cinema: con lui se ne va un altro prezioso tassello della nostra storia culturale. Indiscusso anticipatore dello stile fotografico moderno applicato alla settima arte, Contini ha illuminato pellicole che si sono rivelate grandi successi di critica e di pubblico. Nella storia di quel processo creativo che è la fotografia cinematografica, occupa un posto di rilievo, fin dagli inizi, quando incomincia a muovere i primi passi nell’Italia del Neorealismo, quando a seguire attraversa gli anni della dolce vita e del boom economico, quando illumina dapprima la commedia cosiddetta “all’italiana” e poi un cinema decisamente meno leggero e più impegnato, e quando infine partecipa a una nuova stagione della commedia. Fedele collaboratore di Dino Risi, con il quale gira sette pellicole, tra le quali Il sorpasso, uno dei capolavori indiscussi del cinema italiano, Contini sembra a proprio agio nel cinema brillante, ma non tralascia incursioni nel cinema più esplicitamente d’autore. Collabora per esempio con Liliana Cavani, in film come Galileo e Il portiere di notte, Vittorio De Sica ne I girasoli, Michelangelo Antonioni, per Zabriskie Point e Al di là delle nuvole, fino a cimentarsi con il teatro classico con la trasposizione cinematografica di The Trojan Women del greco Michael Cacoyannis. Da ricordare il sodalizio con Adriano Celentano, con il quale gira, tra i tanti, il musical Yuppi du, film di grande successo.
La luce come compagna, by Giuseppe Pinori
Artdigiland edizioni is proud to present – in the context of Microsalon Italia 2019, organised at Cinecittà by AIC - Autori Italiani della Cinematografia – Giuseppe Pinori’s book La luce come compagna. Viaggi, incontri, miracoli di un autore della cinematografia. The presentation will take place on Saturday, 23 March at 11.30 a.m. at Cinecittà’s Teatro 1, in the presence of the author Giuseppe Pinori, Roberto Cicutto, Chairman of Cinecittà Luce, who has written the preface, the publisher Silvia Tarquini and publishing associate Caterina Sabato. The encounter will be introduced and chaired by Luciano Tovoli, as Chairman of AIC.