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Ricordando Ruth Orkin nel centenario della nascita. Conversazione con Mary Engel, direttrice dell’Orkin / Engel Film and Photo Archive

Ricordando Ruth Orkin nel centenario della nascita. Conversazione con Mary Engel, direttrice dell’Orkin / Engel Film and Photo Archive

Mary Engel, pluripremiata regista, è figlia dei grandi fotografi Ruth Orkin e Morris Engel e direttrice e archivista dell’Orkin / Engel Film and Photo Archive. Il suo primo documentario Ruth Orkin: Frames of Life è stato presentato in anteprima al Sundance Film Festival nel 1996 ed è stato selezionato dall'Academy of Motion Picture Arts and Sciences come uno dei "documentari eccezionali del 1996". È co-produttrice del remake del film Piccolo fuggitivo diretto dai suoi genitori. Ha pubblicato tre cataloghi fotografici: Ruth Orkin A Retrospective (1995), Morris Engel Early Work (1999) e Ruth Orkin Above and Beyond (1999). Recentemente ha fondato l’American Photography Archive Group (APAG) che comprende oltre 30 archivi fotografici.

Tra pittura e fotografia: conversazione con Benoit Delhomme

Tra pittura e fotografia: conversazione con Benoit Delhomme

Benoît Delhomme (Parigi, 28 agosto 1961) è un cinematographer francese. È stato nominato ai Premi César per la miglior Cinematografia nel 1998 con il film Artemisia - Passione estrema diretto da Agnès Merlet. Tra i suoi film: Il caso Winslow (1999), diretto da David Mamet, Il bambino con il pigiama a righe (2008), diretto da Mark Herman, Wilde Salomé (2011) scritto, diretto e interpretato da Al Pacino, La teoria del tutto (2014), diretto da James Marsh, Van Gogh - Sulla soglia dell'eternità (2018) sugli ultimi anni di vita di van Gogh, diretto da Julian Schnabel, e Minamata (2020), diretto da Andrew Levitas, con Johnny Depp.

Stanley Kubrick e la fotografia. Dalla street photography alla fotografia cinematografica

Stanley Kubrick e la fotografia. Dalla street photography alla fotografia cinematografica

Tutti sappiamo che Stanley Kubrick è stato anche un grande fotografo. Ma Gerry Guida ricostruisce qui la varietà di aspetti del rapporto di Kubrick con la fotografia, dalla street photography - e i suoi modelli in Weegee, Bert Stern, poi suoi collaboratori per il cinema, e Diane Arbus - al ruolo di cinematographer, esercitato in prima persona per i suoi primi film e in opere altrui, all’interesse diretto per la tecnica, culminato nell’Oscar per gli effetti speciali di 2001 e nell’uso di prototipi come la streadicam, al rapporto con i suoi cinematographers, tra tutti John Alcott. E altro ancora…

La luce del vero. Conversazione con Sandro Chessa su “Assandira” di Salvatore Mereu

La luce del vero. Conversazione con Sandro Chessa su “Assandira” di Salvatore Mereu

Sandro Chessa (Nuoro, 9 giugno 1984) è un direttore della fotografia italiano. Laureato in Scienze delle comunicazioni di massa all’Università di Perugia e diplomato all’Accademia di Cinema e Televisione di Cinecittà, ha completato la sua formazione come direttore della fotografia al Centro Sperimentale di Cinematografia sotto la guida del maestro Giuseppe Rotunno. Dopo una gavetta come assistente di macchina e direttore della fotografia di alcuni documentari e cortometraggi (fra cui Inverno, premiato col David), ha curato la fotografia di film indipendenti romani come Sex Cowboys di Adriano Giotti e Go Home – A casa loro di Luna Gualano. È stato recentemente presentato a Venezia il lungometraggio Assandira di Salvatore Mereu, ambientato nella Sardegna rurale della fine degli anni ’90, una storia familiare che ruota intorno alla fondazione e al rogo dell’agriturismo che dà il nome al film. Nel cast anche Gavino Ledda, autore del romanzo Padre padrone, nel ruolo del protagonista Costantino Saru.

Al fianco di Ligabue. Conversazione con Matteo Cocco sulla fotografia di Volevo nascondermi

Al fianco di Ligabue. Conversazione con Matteo Cocco sulla fotografia di Volevo nascondermi

Matteo Cocco, classe 1985, è uno dei direttori della fotografia più interessanti della nuova generazione. Cresciuto professionalmente in Germania, dopo aver curato la fotografia di diversi film tedeschi ha girato l’acclamato Per amor vostro di Giuseppe Gaudino, a cui segue Pericle il nero. Entrambi i film sono candidati al Nastro d’Argento per la migliore fotografia e vincono l’Esposimetro d’Oro, il premio per la miglior fotografia intitolato a Gianni di Venanzo. Seguono Il colore nascosto delle cose di Silvio Soldini e Sulla mia pelle, il film sulla morte di Stefano Cucchi distribuito da Netflix. Il suo film più recente è Volevo nascondermi, il film di Giorgio Diritti con cui Elio Germano ha vinto l’Orso d’argento al Festival di Berlino per la sua interpretazione del pittore Antonio Ligabue e che ha fruttato a Cocco un Globo d’Oro.

Uno sguardo dolce su un mondo atroce. Conversazione con Paolo Carnera sulla fotografia di Favolacce

Uno sguardo dolce su un mondo atroce. Conversazione con Paolo Carnera sulla fotografia di Favolacce

Paolo Carnera (Venezia, 1957), dopo essersi diplomato nel 1982 al Centro Sperimentale di Cinematografia, tra la fine degli anni ’80 e i primi anni Duemila gira alcuni dei primi film di registi quali Paolo Virzì, Francesca Archibugi, Edoardo Winspeare e Sergio Rubini. Fra il 2008 e il 2010 cura la fotografia della serie televisiva di Romanzo criminale, diretta da Stefano Sollima, con cui gira anche il lungometraggio ACAB - All Cops Are Bastards del 2012, che gli vale la sua prima candidatura ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento. Continuando ad alternare cinema e televisione negli anni seguenti Carnera è dietro la macchina da presa delle serie Gomorra e ZeroZeroZero, tratte dalle opere di Saviano, e del film Suburra sempre di Sollima, per il quale riceve una seconda nomination ai David. Nel 2018 firma la fotografia de La terra dell’abbastanza, film d’esordio di Damiano e Fabio D’Innocenzo; due anni dopo il suo lavoro per Favolacce, secondo film dei due fratelli, gli frutta un grande successo di critica e la vittoria del suo primo Nastro d’Argento.

Carlo Di Palma, lighting Woody Allen. Storia di un sodalizio artistico e di un'amicizia

Carlo Di Palma, lighting Woody Allen. Storia di un sodalizio artistico e di un'amicizia

Proseguono gli articoli sul blog Artdigiland dedicati ai grandi cinematographers italiani. Qui un profilo di Carlo Di Palma, con focus sul suo lungo sodalizio con Woddy Allen.

Una questione di luce. Ricordando Alfio Contini

                                                                                                                                                         Una questione di luce. Ricordando Alfio Contini

Ci ha lasciato Alfio Contini, tra i maggiori autori della cinematografia del nostro cinema: con lui se ne va un altro prezioso tassello della nostra storia culturale. Indiscusso anticipatore dello stile fotografico moderno applicato alla settima arte, Contini ha illuminato pellicole che si sono rivelate grandi successi di critica e di pubblico. Nella storia di quel processo creativo che è la fotografia cinematografica, occupa un posto di rilievo, fin dagli inizi, quando incomincia a muovere i primi passi nell’Italia del Neorealismo, quando a seguire attraversa gli anni della dolce vita e del boom economico, quando illumina dapprima la commedia cosiddetta “all’italiana” e poi un cinema decisamente meno leggero e più impegnato, e quando infine partecipa a una nuova stagione della commedia. Fedele collaboratore di Dino Risi, con il quale gira sette pellicole, tra le quali Il sorpasso, uno dei capolavori indiscussi del cinema italiano, Contini sembra a proprio agio nel cinema brillante, ma non tralascia incursioni nel cinema più esplicitamente d’autore. Collabora per esempio con Liliana Cavani, in film come Galileo e Il portiere di notte, Vittorio De Sica ne I girasoli, Michelangelo Antonioni, per Zabriskie Point e Al di là delle nuvole, fino a cimentarsi con il teatro classico con la trasposizione cinematografica di The Trojan Women del greco Michael Cacoyannis. Da ricordare il sodalizio con Adriano Celentano, con il quale gira, tra i tanti, il musical Yuppi du, film di grande successo.